La realtà dei giovani risulta complessa e vitale perciò a loro va riservata un’attenzione preferenziale. Si ritiene necessario e fondamentale avviare una riflessione sui giovani e con i giovani a partire dal documento del Sinodo a loro dedicato nel quale è già stato fatto un ampio discernimento nella Diocesi di Padova circa l’orizzonte giovanile e le potenzialità dei giovani.
Indichiamo perciò solamente alcuni elementi che ci sembrano da considerare maggiormente.
Nei giovani riscontriamo il desiderio di aggregazione, di stare insieme, la ricerca di un nuovo senso di appartenenza rispetto alla “struttura parrocchiale classica”. Si dimostrano più sensibili verso una responsabilità nuova e partecipata all’interno della società e quindi della comunità in genere. Un bel segno è la loro sensibilità per le tematiche sociali, ambientali, per la giustizia e la solidarietà, da cui potrebbero partire percorsi capaci di approfondire il Vangelo.
Alla luce di una urgente e nuova consapevolezza degli adulti circa il fatto che i giovani sono l’elemento decisivo nelle comunità cristiane presenti e future (come “cartina di tornasole della salute di una comunità” e come generatori di vitalità), si ravvisa la necessità che gli adulti stessi si sentano chiamati ad essere maggiormente significativi, come educatori e testimoni, per essere in grado di accogliere e stare accanto ai giovani, senza giudizio e con pazienza.
Per incontrare autenticamente i giovani si intuisce l’importanza di attivare processi di confronto che prendano avvio dall’ascolto dell’umano, capaci di accogliere i diversi stili di vita che i giovani manifestano, come le nuove dinamiche affettivo-relazionali (single, convivenze, omosessualità, fluidità di genere, ecc…) e le loro modalità comunicative legate al mondo dei mass media e social. Come comprendere e stare in queste dinamiche, in questi nuovi linguaggi che escono dai classici parametri parrocchiali, e chiedono un dialogo intergenerazionale?
I giovani sono questo oggi!
È necessario avere a cuore il singolo affinché ciascuno nella comunità possa trovare accoglienza e amorevolezza, ci sia qualcuno che si preoccupi del singolo giovane.
In tal senso è importante riconsiderare tutta la dimensione vocazionale, come chiamata ad una vita buona e felice, collegandola strettamente con la pastorale dei giovani.
Si valuta positiva la presenza, per quanto diminuita, dei giovani in comunità, ma si sottolinea il rischio di considerarli per lo più come manodopera per i vari servizi comunitari (da quelli liturgici, passando per quelli educativi, fino a quelli della “sagra” e del Grest …), o come meri destinatari di proposte.
I giovani hanno un loro entusiasmo, da cui si dipana una creatività propria che spesso esce dal classico schema spazio/tempo parrocchiale degli anni passati, una creatività che può generare disagio e conflitto in una chiesa/ parrocchia arroccata, che fa fatica a far spazio a qualcosa che al loro “fiuto” profumi come desiderabile e affascinante.
Oggi il giovane ha un diverso senso di appartenenza rispetto ai legami classici (strutture patronato-chiesa, famiglia…), crediamo che vada riconsiderato il valore della “condivisione della fede” come elemento che può promuovere legame: i giovani sono alla ricerca di spiritualità, ma le nostre parrocchie fanno fatica ad accompagnare questa ricerca. Come attivare occasioni di dialogo intergenerazionale di fede? Quali connotazioni potrebbero avere?
Crediamo sia importante coltivare degli spazi di dialogo con i giovani, perché nelle comunità possano essere i germogli di una nuova Chiesa, perché la Chiesa possa rigenerarsi accogliendo nuova umanità, riuscendo a coinvolgerli in una proposta di spiritualità e vita cristiana maggiormente evangelica.
Negli ultimi mesi inoltre la Diocesi si è interrogata sul futuro del Seminario, da intendere non solo come l’ambiente dove si formano i preti di domani. Quale contributo può dare il Seminario nei percorsi di maturazione delle scelte dei giovani?
In conclusione tre domande: la Chiesa, pensata, strutturata e soprattutto come oggi si manifesta nell’immaginario comune interessa ai giovani? O siamo su piani differenti e distanti rispetto a bisogni e interessi reciproci? Quale profezia per la Chiesa di oggi può nascere dai giovani?