La parrocchia così come la conosciamo è ancora il luogo adeguato per vivere delle relazioni significative e incontrare il Signore?
Ad oggi mantiene questa caratteristica relazionale. Non sono i numeri che contano ma il piacere di cercarsi, ascoltarsi, accogliersi.
È un luogo anche concreto e fisico dove creare relazioni e ascolto, dove ritrovarsi nella fede, dove testimoniare uno stile di apertura.
In questo momento storico, non esaurisce tutte le possibilità per vivere l’esperienza cristiana nella sua interezza. Si possono infatti sperimentare forme di crescita, formazione e coinvolgimento diverse, per esempio all’interno di movimenti, associazioni e di altre proposte che incontrano le esigenze specifiche delle persone.
Le diverse forme di vita consacrata con la molteplicità dei loro carismi operanti nelle parrocchie e nella Diocesi sono un dono prezioso, che testimonia la centralità del Signore per la vita di ogni uomo. I consacrati e le consacrate sono un segno evangelico importante per la vita e la missione della Chiesa. Quale contributo possono offrire alla Chiesa di Padova?
La parrocchia può essere luogo di relazioni fraterne e affidabili; il lungo periodo della pandemia – su cui dovremmo riflettere più approfonditamente – ci ha mostrato la necessità di riscoprirle.
Ciò implica una “postura” personale disponibile all’ascolto empatico forse ancora carente, da tradurre in accoglienza incondizionata, nel prendere consapevolezza di tanti pregiudizi ancora presenti, nello stile della gratuità e ospitalità.
È espressione tipica della parrocchia, nello stile dell’uscire da sé, prendersi cura dell’altro, delle persone povere e fragili, degli anziani e degli ammalati, dei profughi, delle molteplici situazioni di marginalità e disuguaglianza.
Le parrocchie sono chiamate a lasciarsi interpellare dalle “novità” del nostro tempo come la presenza sempre maggiore di cristiani di altre confessioni, di persone di religioni diverse da quella cristiana, di persone con altre lingue e culture. L’integrazione delle comunità etniche va incentivata: finora si sono create quasi delle comunità “speciali”. Ci vorrebbe un’attenzione costante alla vita di fede di altre persone credenti che dovrebbero sperimentare nelle parrocchie accoglienza, stima, curiosità e la gioia di ricevere il dono di esperienze e culture in grado di arricchire le nostre comunità cristiane.