Il legame tra la fede e i vissuti delle persone (nascita, scelte, relazioni affettive, crescita personale, studio, lavoro, cittadinanza, fragilità, morte…), tra la fede e tutti gli ambiti sociali e culturali va considerato come costitutivo e rilevante.
Essere cristiani significa ascoltare e condividere le medesime opportunità e fatiche di tutte le persone, per costruire insieme una società fraterna. La Chiesa, infatti, non è preoccupata di se stessa e della propria autosussistenza, ma è al servizio delle persone, nella gioia di scoprire in ciascuna di loro la presenza del Signore.
La percezione dell’azione della Chiesa nella società e nella cultura è prevalentemente associata alla presenza e alle attività dei preti e consacrati e consacrate in costante diminuzione numerica. La consapevolezza, invece, che ogni cristiano e ogni cristiana è volto e presenza della Chiesa là dove vive, lavora, agisce è molto debole, percepita poco sia dalle stesse comunità cristiane che dalle persone in generale. Come raccontare meglio la presenza del Signore attraverso la vita dei cristiani? Come comunicare meglio le tante esperienze di formazione, volontariato, servizio?
Le possibilità che l’attuale contesto offre per una presenza e un’azione rinnovata di tutti i cristiani sono molte. La cura della formazione, la valorizzazione del vissuto e delle competenze di ciascuno sono i cantieri più importanti. Come evitare la frammentazione nelle proposte formative, la dispersione di risorse, la poca conoscenza delle opportunità offerte?
Incontrarsi e collaborare con realtà e istituzioni di tutti gli ambiti (sociali, culturali, economici, tecnologici, ecologici, della comunicazione…) potrebbe essere una forma feconda da perseguire, in un atteggiamento di ospitalità e apprendimento reciproco.