IL FUTURO SIAMO NOI

di Gilles De Maistre

Documentario, 2020, 85min

Trama
Vengono da tutto il mondo, sono bambini che combattono per difendere i propri ideali. I loro nomi sono José, Arthur, Aissatou, Heena, Peter, Kevin e Jocelyn. Non si sono mai sentiti troppo giovani, troppo deboli o troppo isolati per opporsi alle ingiustizie e alle violenze. Al contrario, grazie alla loro forza di carattere e al loro coraggio, sono riusciti a combattere per difendere i propri ideali, per un futuro migliore per tutta l’umanità. Sfruttamento di esseri umani, lavoro minorile, matrimoni forzati, devastazioni ambientali, povertà estrema... Sono coinvolti su molteplici fronti. Per quanto piccoli, si sono resi conto molto presto delle disuguaglianze e delle storture del mondo, sia perché le soffrivano loro stessi, sia perché ne erano testimoni. Come ad esempio José Adolfo, che a sette anni ha creato una banca cooperativa per permettere ai bambini della sua città di guadagnare dei soldi grazie alla raccolta di rifiuti riciclabili. Dall'India al Perù, dalla Bolivia alla Guinea, passando per la Francia e gli Stati Uniti, questo documentario racconta le storie emozionanti di questi bambini che hanno trovato la forza di combattere le loro battaglie per un futuro migliore.

Approfondimento
Il regista e giornalista Gilles de Maistre con la sua opera documentario Il futuro siamo noi fa tornare alla mente il pittore italo-svizzero Luigi Rossi, vissuto nella seconda metà dell’Ottocento, e il primo ventennio del Novecento. Nel 1924 Luigi Rossi venne definito dopo la sua morte “il pittore dei bambini” per l’affettuosa ritmica con cui si avvicinava nelle sue opere al mondo dell’infanzia. Se si ha la pazienza di andarsi a cercare due di queste opere, L’aiuola (1905) e L’alveare (1912), si ha la possibilità di cogliere nella sua pittura a olio due qualità contenitive anche del documentario Il futuro siamo noi, due modi di guardare alla “meglio gioventù” senza farne un vischioso vasetto di miele. De Maistre, un secolo dopo Rossi, dipinge anche lui la necessaria distanza che deve intercorrere tra un genitore e il movimento del figlio che ha messo al mondo, per l’appunto che almeno un’aiuola li separi, senza arrivare per questo all’alienazione di figli abbandonati ad una triste solitudine nelle stanze di un alveare senza via di uscita.

José, Arthur, Aissatou, Heena, Kevin, Jocelyn e Peter, i ragazzini e le ragazzine raccontati da Maistre, sono dei meravigliosi e intraprendenti funamboli col sorriso, in quello spazio sano che intercorre, per rimanere alla nostra metafora pittorica, tra l’aiuola e l’alveare. Non c’è traccia, infatti, dell’approccio iperprotettivo nelle periferie del mondo visitate dal regista di Il primo respiro e Mia e il leone bianco. Il genitore contemporaneo, avvolto nella vanitosa perfezione del suo ruolo, che ha scambiato l’amorevolezza con una bulimica cascata di attenzioni e preoccupazioni per il suo piccolo non è, grazie al cielo, l’orizzonte pedagogico in cui si imbatte il viaggio nel futuro immaginato dai giovani protagonisti. In questa freschezza, fatta del loro impegno ideale e concreto, condito di assertività e empatia per i diritti mancati di tanti bambini (dallo studio al lavoro minorile, dai matrimoni precoci al diritto di vivere in un ambiente ospitale e sano) o per l’indigenza di altrettante persone adulte, risiede proprio il punto di forza di un’opera avvincente e sincera, che si pone con autorevolezza dentro a quelle necessarie visioni in sala cinematografica, come famiglie e come scuole, di cui tanto abbiamo bisogno per una ritrovata socialità costruttiva.

Credits
Sito: https://www.officineubu.com/film/il-futuro-siamo-noi/
Approfondimento: www.saledellacomunita.it
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=HfJAlnPfmBo

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